La prima dormita dell’anno nuovo l’ho fatta in un bed & breakfast.
Mi piacciono molto i b&b. E ne faccio sempre più largo uso.
È stata una dormita bolognese.
Un capodanno tranquillo, in casa, con un po’ di amici, la morosa e l’inseparabile chitarrino.
Siamo arrivati il 31/12.
L’idea era di andarci in treno, così abbiamo preso, complice google maps, un b&b davanti alla stazione.
Ma proprio davanti, con tanto di corso trafficato sotto la finestra e aerei che passano sopra.
È che amiamo il silenzio.
Certo, va che detto che poi ci siamo andati in macchina e, una volta arrivati, non sapevamo dove cazzo lasciarla…
Di b&b ce ne sono di due tipi: quelli dove chiami, parli al telefono con una persona, arrivi dentro e quella persona ti accoglie in casa e quelli in cui chiami, parli con una ragazza gentilissima e poi ti apre una tipa rumena che sostiene di essere la proprietaria del b&b e che nega che tu l’abbia già vista la volta scorsa in un altro b&b dove aveva detto che lei era solo lì per aprire.
Noi siamo finiti in questo secondo tipo.
La mattina dell’uno, cioè più o meno verso 15, troviamo in cucina due tipi: Lui & lui.
Lui, infermiere di 23 anni, lui giardiniere di 19.
Io e lei invece ne abbiamo rispettivamente 34 e 27.
E nonostante la somma dei nostri anni sia notevolmente più alta della loro, ci scopriamo ingenui e sprovveduti quanto a provviste alimentari.
Lui & lui sono attrezzatissimi, con tanto di pranzo impacchettato in appositi contenitori. Cotolette impanate, contorno, pane, torta.
Io & lei invece facciamo affidamento sulla dotazione del b&b: latte, succo di arancia quasi finito, caffè da fare, cornflakes del 1983 (ottima annata).
È che ci piacciono le cose genuine.
Lui rompe il ghiaccio – di dove siete? –.
– Venaria, vicino a Torino – rispondo.
– Ah! Dove c’è lo Juventus Stadium –. No. Dove c’è la Reggia – ribatte lei, glaciale.
Io & lei siamo grandi appassionati di calcio.
Quando non troppo distante da casa nostra, nello Juventus Stadium, si gioca una partita, il pensiero che uno degli aerei che passa sopra di noi cada dentro lo stadio ci stuzzica l’immaginazione.
È che abbiamo tanta fantasia.
Attacca lui – stanotte, più o meno alle 4.30, hanno bussato anche a voi? –.
– No!– ribatto prontamente.
– Ah… strano… – dice lui.
Ho bussato io. Cercavo il cesso e al ritorno non ricordavo più qual era la nostra stanza. Ho drammaticamente sbagliato porta…
Mi guardo con lei, e insieme cerchiamo di trattenere una risata…
– Boh… sto posto è strano eh… – continua lui.
– Eh già… – dico io, e intanto penso alla questione della rumena.
Segue una giornata bolognese particolarmente assonnata.
Verso sera rientriamo nel b&b.
Luce accesa in corridoio.
Sentiamo un rumore, come di qualcosa che ha fretta di sparire.
La porta di lui & lui è aperta.
Buttiamo entrambi un occhio. Lui è sopra di lui.
Seduto.
Con un sorriso da marionetta aggiustato alla veloce che vuole dirti “stavamo guardando la tv, non ci disturbate affatto!”.
Filiamo in stanza.
Con addosso la sensazione di aver rotto i coglioni.
Sarà un anno eccitante, ne sono certo.